Segesta

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Nella provincia di Trapani, sul Monte Bàrbaro, sorge un sito antico e suggestivo: si tratta di Segesta, frutto del più antico passato siciliano, le cui origini si perdono nella notte dei tempi.

Tempio di Segesta, facciata

Tempio di Segesta, facciata - foto di 3dolab

Si sconosce, infatti, la data esatta della fondazione di Segesta, che le fonti greche (Tucidide in primis, il grande storico ateniese del V sec. a. C) rimandano al misterioso popolo degli Elimi, avente origine dai fuggiaschi troiani. Narra infatti il mito che Segesta sarebbe nata per volere del primo re Aceste, figlio della profuga troiana Egesta e del dio fluviale Crimiso. Storicamente sappiamo che il centro era già abitato nel IV sec. a.C e che fu spesso in guerra con Selinunte per motivi di confine. La città cadde nel V secolo d.C. ad opera dei Vandali che la distrussero. Successivamente vi s’insediarono Arabi e Normanni, i quali edificarono un Castello poi ampliato dagli Svevi, vero cuore del borgo medievale, quasi smarrito dalla memoria finchè il grande storico Fazello non identificò il sito riportandolo alle luci della conoscenza.

La fama di Segesta, capace oggi di attirare annualmente innumerevoli turisti, è dovuta anzitutto ai due reperti di straordinaria importanza: il Tempio e il Teatro.

Il tempio, veduta laterale

Il tempio, veduta laterale - foto di marettay

Il Tempio dorico preserva una straordinaria conservazione e costituisce il singolare connubio tra edificio sacro greco. Oggi si suppone che esso non sia mai stato completato, poiché mancano tracce della copertura, della presenza di una cella e della scanalatura sulle colonne. In realtà sono state trovate tracce interrate di una cella, ed è probabile che il monumento sorga su un’area sacra più antica. Edificato nell’ultimo trentennio del V sec. a.C, esso è un tempio periptero esastilo, vale a dire che è interamente circondato di colonne su tutti e quattro i lati. Conserva 6 colonne sui lati brevi e 14 su quelli lunghi, contrariamente alla struttura canonica del tempio greco che prevede un numero di colonne sul lato lungo corrispondente al doppio più uno dei fusti presenti su quello breve. Sorto su una collina ad ovest della città, e fuori dalle sue mura, per lo stato di conservazione il tempio può essere annoverato tra i più belli tra quelli preservati dell’architettura greca occidentale.

Particolare bellezza mostra anche il Teatro, risalente alla metà del III sec. a.C. e sito sulla collina opposta a quella del tempio. Sorge a 440 metri di altezza e offre un panorama mozzafiato, oltre che discrete condizioni di conservazione. Mentre la parte orizzontale della cavea è preservata, sono andati distrutti la sezione superiore e il fondale del palcoscenico, costituito probabilmente da nicchie e pilastri. In totale 3000 persone potevano assistere agli spettacoli che qui avevano luogo. La cavea è suddivisa in sette cunei realizzati in travertino, e permettevano il facile afflusso degli spettatori. Non bisogna dimenticare che il teatro aveva per i Greci una valenza religiosa, ruotante intorno alla divinità di Dioniso, e che gli spettacoli avevano una rigida struttura: si assisteva ad una tetralogia, costituita da tre tragedie seguite da un dramma satiresco, ovvero da uno spettacolo comico che compensava il tono drammatico delle altre rappresentazioni e il cui coro era costituito da cantori travestiti da esseri caprini!

Segesta Tempio

Segesta Tempio - foto di eduardomineo

Le fortificazioni di Segesta sono tuttora visibili e insieme al paesaggio offrono un contesto ambientale di primo livello.

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