Pantelleria

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Pantelleria è la celebre isola situata sul canale che divide la Sicilia dalla Tunisia, molto più vicina all’Africa di quanto non lo sia dalla Sicilia (70 km da Capo Bon, in Tunisia, 102 km da Capo Gramitola, in Sicilia ) è pertinente alla provincia di Trapani e si trova a circa quaranta miglia al largo della costa occidentale siciliana. Con i suoi circa 7600 abitanti, è dotata di un porto e di un aeroporto che la rendono facilmente raggiungibile dal continente. Di origine vulcanica, questa perla incastonata nel mare vanta uno straordinario e mutevole paesaggio, che unisce ai faraglioni e alle scogliere l’instancabile opera dell’uomo che ha cercato di piegare alle sue esigenze agricola la natura locale.

Pantelleria

Pantelleria - foto di pandemia

In effetti, alcune delle caratteristiche di Pantelleria ci rimandano alla vita agreste. In particolare sono i Giardini Panteschi a rappresentare un esempio notevole di tutto questo: si tratta di costruzioni circolari in pietra lavica, erte come torrioni a proteggere piante di agrumi dall’azione rovinosa del vento. È questo un esempio ancestrale di tecnologia agricola, decisamente autoctono di quest’isola, e riesce a coniugare la funzione di riparo dall’azione degli agenti atmosferici a quella di trattenere l’umidità notturna con cui corroborare le piante. E se consideriamo che il nome di Pantelleria deriva dall’arabo bintu al riah, ossia “figlia del vento“, si comprende l’importanza di questi giardini, denominati non a caso anche arabi. Essi sorgono su un paesaggio a terrazze nelle quali predomina il vigneto: celebre nell’isola è la produzione dello Zibibbo, specialmente in località Khamma.

Pantelleria - Madonna delle Grazie

Madonna delle Grazie - foto di per_diletto

Un altro elemento peculiare della campagna pantesca è dato dai dammusi. In siciliano, questo termine indica genericamente la casa, ma qui esso connota una specifica costruzione che, al pari dei Giardini, gode di radici antichissime. Sembra infatti che questo tipo di edificio realizzato in pietra o pietra lavica, dalla pianta quadrata e di piccole dimensioni, deriva da un’usanza degli antichi abitanti fenici. Era un riparo per le genti del luogo, e successivamente, in età romana, ha assunto la forma circolare per cui è noto e che consente la conserva di acqua piovana in apposite cisterne, utile durante le lunghe stagioni di siccità. L’acqua, scivolando sul tetto coperto di calce, viene raccolte in tali vasche, al riparo della sua ombra, ovviando con questa soluzione antica quanto utile alla mancanza di risorse idriche di questi luoghi.

Porto di Pantelleria

Porto di Pantelleria - foto di cmane

La natura di Pantelleria risente fortemente della sua origine vulcaniche: in diverse parti dell’isola, ad esempio, si possono osservare le cosiddette cuddie (dall’arabo kudja, ovvero “collina”), cioè i resti di antichi coni vulcanici che oggi animano in paesaggio orografico dell’isola. Sono alture di diversa elevazione, ricoperte di elevazione oppure brulle come la Cuddia Bruciata. Note sono pure le Cuddie Rosse, nella zona nordoccidentale dell’isola, presso le quali sorgono i Sesi, monumenti sepolcrali di origine preistorica dal diametro oscillante tra i quattro e i sei metri. Sono notevoli cilindri sepolcrali, nei quali si aprivano diverse cellette destinate ad ospitare i morti e ad essere accessibili solo dall’esterno. Segno questo dell’antichissima storia di Pantelleria.

Laghetto delle ondine, Pantelleria

Laghetto delle ondine - foto di roncaglia

Sono note qui anche diverse sorgenti sulfuree, utili per chi voglia immergersi nel benessere termale: due di queste fonti sono localizzate a sud, presso la Montagna  Grande, che con i suoi oltre 800 metri di altitudine è il vero gigante di Pantelleria. Una fonte è situata a sud, lungo un tratto di costa noto come Costa delle Favare, l’altro invece posto a sud est della montagna.

La natura è insomma l’elemento principe che può attrarre l’interesse del viaggiatore. Ovunque egli si aggiri, potrà facilmente imbattersi nei segni tangibili della remota cultura pantesca, le cui radici arabe hanno un’importanza fondamentale, come si evince subito dalla toponomastica dell’isola, che spesso ha mantenuto le originarie denominazioni geografiche (ad esempio, la già citata Khamma, che vuol dire “fonte calda”, altro esempio di acque sulfuree).

Pantelleria, pesca subacquea

pesca subacquea - foto di per_diletto

L’isolamento marittimo di Pantelleria, oggi venuto meno in parte grazie al turismo, ha preservato l’aspetto selvaggio e vergine di una natura difficilmente domesticata dall’uomo, e nella quale i navigatori di un tempo solevano identificare Ogigia, l’isola della ninfa Calipso che aveva fatto innamorare il marinaio per eccellenza, Odisseo.

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