Corleone
PA
Corleone, circa 11400 abitanti nella provincia di Palermo e due Rocche a segnarne l’ingresso, la Sottana ad occidente, e la Soprana ad oriente, con in cima la Torre Saracena: quasi un ingresso trionfale per un centro ricco di attrattive.
La storia di Corleone si perde nella notte dei tempi. I ritrovamenti archeologici hanno potuto chiarire come l’area fosse occupata sin dai primitivi, misteriosi abitanti della Sicilia: Sicani ed Elimi. E a questi vanno ovviamente aggiunti i Fenici, protagonisti fondamentali, insieme ai Romani, della storia antica della regione. Mentre il nome latino del centro sembra fosse Schera, come mostrano alcune fonti (tra cui Cicerone e Tolomeo), l’attuale toponimo risale probabilmente all’arabo Qurlian, finchè nel XVI secolo non si afferma ufficialmente il nome di Corleone. Dopo l’occupazione araba e normanna, e dopo l’interesse di Federico II per questi territori attraverso la deportazione di Musulmani in Puglia e il successivo ripopolamento con una colonia di Lombardi, la storia medievale e moderna del centro s’intesse indissolubilmente alla storia delle sue terre, dei suoi campi, e la sua espansione ha determinato anche la perdita di alcune testimonianze del passato, come la cerchia muraria del XIV secolo che collegava le due rocche sopra citate. Baluardo nella storia corleonese è l’impresa di Garibaldi, che fingendo di attaccare questa città si rivolse invece contro Palermo riuscendo a conquistarla.
C’è una definizione che forse può essere utile alla comprensione del patrimonio culturale qui custodito: animosa civitas, come Carlo V ebbe a designare Corleone nella sua visita avvenuta nel 1556. Il turista odierno, in effetti, rimane assorto nel silenzio e nel rispetto di contrada Tagliavia, ove sorge il Santuario della Madonna del Rosario, realizzato nel XIX secolo e meta di pellegrinaggio nel giorno dell’Ascensione, o nella visita alla Chiesa Madre dedicata a s. Martino, la cui costruzione ebbe inizio nel 1300. Il suo interno a tre navate è scandito da cappelle che ospitano preziosi simulacri lignei e marmorei. Al patrono di Corleone, s. Leoluca, abate basiliano, è dedicata un’altra importante chiesa: la festa si tiene il primo di Marzo con una processione e l’accensione di un falò, mentre a Maggio si tiene un singolare avvenimento, la corsa del santo volta a rievocare la fermata dell’esercito borbonico ad opera di Martino e di sant’Antonio Abate. La principale festa a carattere religioso è comunque la ricorrenza del Corpus Domini, che si svolge sin dal 1594, e che prevede l’allestimento di una grande fiera e la processione del Sacramento intorno a cui si concentra la presenza di tutte le confraternite.
Notevoli le potenzialità paesaggistiche locali: Corleone sorge infatti presso il Bosco della Ficuzza, uno degli esempi più straordinari del suo genere, realizzato a fine ‘700 per volere di Ferdinando il Borbone attraverso l’unificazione di vari feudi a scopo di caccia e di sperimentazione agricola. Degne di visita sono le bellezze botaniche, che registrano diversificate specie arboricole, nonché le costruzioni realizzate nel Bosco, tra cui la Palazzina Reale. Raggiungendo invece la Torre Saracena sopra ricordata, edificata tra XI e XII secolo, è possibile ammirare la Cascata delle due rocche, così come viene denominato il salto del torrente San Leonardo, affluente sinistro del fiume Belice, che scorre entro una gola visitabile in estate, nei pressi di un acquedotto di origine araba. L’antistante rocca Sottana non è invece visitabile poiché sede di un eremo francescano. Ma ciò che più colpisce è forse l’intero circondario di Corleone, con le caratteristiche rocce di calcare e arenaria, modellate dall’erosione dei venti quasi a foggia di torrioni.
Da non trascurare, da parte degli amanti della natura, le Gole del Drago che offrono scorci unici del fiume Frattina, e da parte degli amanti dell’archeologia le varie aree dislocate nel territorio corleonese, dagli scavi della Montagna Vecchia, i cui reperti sono esposti nel Museo Civico, ai siti di Monte Jato e Rocca d’Entella. Conclude il nostro excursus nella natura locale la Villa Comunale, creata ad inizio Ottocento e che con i suoi 4 mila metri quadri offre un ricco quadro botanico.
Storia, tradizione, natura e archeologia: sono questi i quattro ingredienti che fanno di Corleone un gioiello da scoprire, angolo per angolo, all’insegna di passato e presente, e di un artigianato basato soprattutto sul merletto, alla cui lavorazione presiedono esperienza e segreti del mestieri antiche e connaturati alla stessa particolare essenza di questo peculiare centro palermitano.