Tindari

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Tindari, frazione del comune di Patti nella provincia di Messina, è una delle località più note della Sicilia, grazie alla posizione geografica e al suo ricco passato. Posta a 268 m di altitudine, Tindari si affaccia sul Golfo di Patti, e dalle sue terrazze si gode di un panorama marino assolutamente eccezionale.

Veduta Santuario di Tindari

Santuario Tindari - Foto di mariocutroneo

Città di fondazione greca, sorta per volontà del tiranno Dionisio di Siracusa nel 396 a.C., Tindari ha giocato un ruolo fondamentale nelle vicende storiche e belliche della Sicilia antica, spesso fungendo da ago della bilancia nella politica di Greci, Cartaginesi e Romani.
Vestigia del passato permangono ad oggi in un discreto stato di conservazione. Gli scavi archeologici, iniziati nel XIX secolo e protrattisi sino a tempi recenti, hanno portato in luce mosaici, sculture e altri reperti conservati sia nel museo locale che nel museo archeologico di Palermo.
Si è potuto appurare inoltre l’originario impianto della città, realizzato secondo uno schema a scacchiera, attraverso l’incrocio di cardini e decumani. Resti di mura sono oggi visibili, e risalgono ad un rifacimento del III sec. a.C. il quale si sovrappone ad una cinta precedente.

resti della città antica di Tindari

Tindari Città Antica - Foto di koenscht

Ma forse, il segno del passato di Tindari più significativo, e invero attualissimo, è rappresentato dal Teatro Antico. Risalente al IV sec. a.C, quale opera di maestranze greche, esso ha poi subito delle modifiche in età romana, divenendo adatto allo svolgimento di giochi da anfiteatro.
La costruzione sfrutta la naturale conformazione concava della collina e poteva contenere ben 3000 spettatori. I Romani aggiunsero al sostrato edilizio greco un portico in laterizio e allargarono l’orchestra, ovvero l’aria antistante il palcoscenico, mentre delle quinte resta solo un arco e parte del fondale, restaurati nel 1939. Dal 1956 vi si svolge annualmente un Festival che contempla musica, teatro e danza, mentre nel 2001 è nato il Festival del Teatro dei Due Mari.

Completano il quadro archeologico alcune zone scavate nell’area urbana, ovvero l’insula IV, vero e proprio settore della città antica, e la Basilica, che fungeva da propileo di accesso all’agorà, il cuore pulsante della polis, sede della vita politica e del mercato, lì dove s’innestava il decumano massimo, cioè la via principale del centro. La Basilica, un tempo considerata ginnasio, venne costruita nel IV secolo, in opera quadrata di arenaria, edificio a due piani ripartito da arcate.

Il santuario della Madonna Nera

Santuario visto dal mare - Foto di akida_

Gran parte della fama internazionale di Tindari ruota intorno al celebre Santuario della Madonna Nera, il cui nome deriva dal particolare simulacro dedicato alla figura della Vergine. Il Santuario è sito all’estremità orientale del promontorio di Tindari, affacciato sulle coste a dirupo sul mare, lì dove un tempo sorgeva l’antica acropoli. La costruzione nel santuario risale a molti secoli addietro, e già nel XVI secolo si registra una distruzione perpetrata da pirati algerini, seguita poi da un’ altrettanto repentina ricostruzione. Il complesso attuale è stato invece allargato nel 1979, quale degno sfondo della festa dedicata a Maria, che ha luogo annualmente il 7 settembre. Punto di attrazione del santuario, come si diceva, è la statua della Madonna nera, realizzata in legno di cedro, giunta in Sicilia probabilmente per sfuggire al fenomeno dell’iconoclastia di alcuni imperatori bizantini vissuti tra VIII e IX secolo.

Statua della Madonna Negra

Statua della Madonna Negra - Foto di Ivan Iraci

Molte le leggende fiorite intorno al simulacro, e ciò è probabilmente dovuto al suo particolare aspetto. Una leggenda legata al suo arrivo ricorda come i marinai che la trasportavano insieme ad altra mercanzia dovettero rifugiarsi nel Golfo per sfuggire ad una tempesta, e come non poterono ripartire prima di aver lasciato la statua nella Baia, quasi questa fosse stata dotata di volontà autonoma e avesse deciso di rimanere a proteggere quei luoghi. Un’altra leggenda racconta di come su questi stessi lidi abbia perso la vita papa Eusebio nel 310, poco tempo dopo la sua elezione e l’esilio in Sicilia voluto dall’Imperatore Massenzio.

Laguna di Tindari

Laguna di Tindari - Foto di giusorti

Una curiosità infine legata alla spiaggia: vi si apre una grotta che, secondo le fantasie popolari, era abitata da una maga capace di adescare i naviganti con il suo canto per poi nutrirsene. Quando i malcapitati non riuscivano ad entrare nella grotta, di difficile acceso, e riuscivano ad allontanarsi, allora la maga per rabbia affondava le dita nella roccia: di qui la spiegazione mitica ai numerosi fori sulle pareti dell’antro tuttora visibili.

Tindari offre così non solo un’attrattiva turistica, ma anche un’oasi spirituale per chi abbia bisogno di preghiera e raccoglimento, in un quadro ambientale sospeso sul mare

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