Panarea
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Esclusiva e selvaggia, Panarea l’isola glamour per eccellenza, è una delle più celebri mete estive del turismo VIP, non è insolito infatti incrociare durante rilassanti passeggiate, personaggi del jet set nazionale e internazionale.
Rito collettivo è quello di gustare la ricercata e irresistibile granita di pesca e malvasia del ritrovo “Da Carola” sul porto di San Pietro.
E’ una delle più antiche isole dell’Arcipelago delle Eolie che si trova in provincia di Messina; con circa 3,4 km quadrati di estensione.
Ad onor del vero, bisogna dire che essa appartiene ad un più antico bacino vulcanico di quello da cui si sono formate le sue sorelle, e ruota attorno ad un suo arcipelago posto tra Stromboli e Lipari, essendo di fatto circondata da una serie di scoglie e isolotti: Basiluzzo, Spinazzola, Lisca Bianca, Dattilo, Bottaro, Lisca Nera e gli scogli dei Panarelli e delle Formiche.
Dirigendosi a nordest dell’isola, lungo la Spiaggia della Calcara, si possono scorgere i segni attuali di questa attività vulcanica osservando getti di vapore dagli splendidi colori sulfurei che si elevano ad altissima temperatura tra le varie rocce.
Tra i ciottoli in riva al mare, invece, in virtù dello stesso fenomeno l’acqua ribolle divenendo ustionante per chiunque la tocchi.
Spostandosi sulla costa occidentale di Panarea, inoltre, al largo della Cala Bianca si scorgono i resti di un antico camino vulcanico dalla caratteristica forma ad imbuto.
Come alcune sue sorelle, anche Panarea vanta una notevole flora e fauna. La prima è caratterizzata dall’immancabile macchia mediterranea, composta da ulivo, fico d’india, cappero e altre specie esogene arrivata insieme all’afflusso di turisti e visitatori.
La fauna locale contempla diverse specie volatili, tra cui il Falco della Regina, il corvo e il Gabbiano Reale del Mediterraneo, il cui caratteristico verso è udibile ammirando le infinite distese marine che circondano Panarea.
Una dorsale percorre in lunghezza questo gioiello delle Eolie, rendendo assai frastagliate e inaccessibili le coste occidentale e settentrionale. Tra le spiagge merita assoluta menzione Cala Junco, secolare punto di attracco sfruttato dalla genti più diverse. Dal villaggio preistorico che sorge nei pressi, alle incursioni arabe e turche, questa spiaggia ha rappresentato un ingresso privilegiato a Panarea, e basti pensare che essa è sormontata dal cosiddetto Castello del Salva, ovvero un pinnacolo roccioso al riparo del quale gli indigeni potevano difendersi dalle incursioni degli stranieri.
E ancora oggi restano pochi i residenti stabili dell’isola, che ammontano a circa 200, numero naturalmente destinato a decuplicarsi nel corso della bella stagione.
Ovviamente, ciò è stato favorito anche da un boom edilizio che non ha intaccato il delicato richiamo del selvaggio ambiente locale.
Per ammirare davvero quest’ultimo, è consigliato abbandonare le aree più frequentate e inerpicarsi lungo il sentiero che conduce alla vetta più alta di Panarea, Punta del Corvo, a 421 m sul livello del mare.
Salendo si ha una percezione più immediata dell’aspra bellezza di questi luoghi e una visione diretta dei segni dell’antica civiltà contadina che ha caratterizzato la millenaria storia delle Eolie. Tra antiche cisterne, vecchie canalizzazioni e coltivi abbandonati, le escursioni regalano scorci inediti, che rendono giustizia a quest’isola così diversa dalle altre, così pervasa al contempo dalla medesima bellezza che avvolge le Eolie.