Il Padrino Parte II
Il Padrino – Parte II è il fortunatissimo sequel del primo capolavoro della trilogia firmata da Francis Ford Coppola, uscito nel 1974. A dire il vero, questo secondo atto incentrato sulla malavitose vicende della stirpe italo–statunitense dei Corleone è sia una sequel che un prequel, dal momento che segue due filoni distinti e intrecciati insieme: la giovinezza del capo famiglia, Vito, di cui si illuminano le vicende fino all’arrivo in America a seguito dello sterminio della sua famiglia nel paese natale, Corleone, e ai suoi primi passi nella scalata al potere tra le cosche mafiose di New York; il vero e proprio proseguo della vicenda, con Micheal che ormai si assesta nel suo ruolo di nuovo, giovane padrino manovrato nell’ombra dal padre.
Robert De Niro interpreta il giovane Vito registrando l’inedito record di aver conferito ad un unico personaggio due Oscar, dal momento che anche Brando, nella prima parte della trilogia, aveva ottenuto il medesimo riconoscimento per il medesimo ruolo, ma da adulto. Record fino ad ora imbattuto. E naturalmente anche questa volta, la vicenda della famiglia Corleone non può prescindere dalle proprie origini siciliane.
Apprendiamo ad inizio del film come il vero cognome di Vito Corleone sia Andolini, disguido nato a causa di un errore dell’anagrafe americana, che scambia il luogo d’origine per il cognome del ragazzo. E da Corleone proviene questo unico sopravvissuto di una famiglia distrutta da un boss locale, strage da Coppola ambientata a Corleone, ma in realtà girata nei paesi che hanno interessato la precedente pellicola, ovvero Savoca, Forza d’Agrò e Motta Camastra, tutti e tre situati nella provincia di Messina.
Ancora una volta, dunque, il respiro agricolo, pastorale e sospeso nel tempo di questi piccoli centri peloritani hanno ispirato il grande regista statunitense quali migliori location della Sicilia dei Corleone. L’importanza che le origini hanno per questa famiglia prima romanzesca (ad opera di Mario Puzo) e poi cinematografica, è sottolineata da una curiosità: nella versione originale del film, De Niro recita in un italiano che risente fortemente dell’accento siculo. L’attore aveva infatti studiato la lingua siciliana per sei mesi prima dell’inizio delle riprese.
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