Linosa
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Linosa, a metà strada fra Italia e Africa (160 km a nord della Sicilia e 160 km a est della Tunisia), fa parte, insieme a Lampedusa e al disabitato isolotto di Lampione, dell’arcipelago delle Pelagie.
Qui è ancora possibile imbattersi in una realtà locale dal sapore antico, quasi incontaminato, dove gli indigeni sono animati da un forte senso di ospitalità.
E’ come se un intero patrimonio di storie e tradizioni fosse ancora disponibile alla curiosità del viaggiatore, che voglia qui rinvenire un ideale connubio tra natura e cultura, all’insegna di una bellezza da scoprire e da preservare.
Allo scalo vecchio – il cuore dell’isola – è possibile fare colazione alle prime luci dell’alba con la tipica granita di gelsi, sorseggiare al tramonto un “fenicottero“, uno “sgroppino” o un “tramonto linosano” al ricco happy hour; e per concludere in bellezza la serata, cena dai sapori isolani, alla variopinta terrazza sul mare: tonno marinato, carpaccio di pesce spada alla crema di limone, gamberoni graten, seppioline e calamari ripieni, polpettine di sgombro, cocktail di gamberi, sarde a beccafico, caserecce spada e melanzane con mentuccia fresca, e altri sfiziosissimi piatti da gustare sotto le stelle.
Se invece si ha voglia di procurarsi da soli pescato fresco, basta chiedere del “Lupo“, che e armati di bolentino vi accompegnarà al largo.
Per gite avventurose si può rivolgersi anche al “Barone Rosso“, Gerlando Errera, lo schiva scogli e scova baie, che gestisce il Linosa Errera, oppure a “Peppe-José“, sofisticato sommelier di sera ed esperto marinaio di giorno che vi porterà a caccia della baia più appartata.

Isola di Linosa - foto di imagemotti
Linosa, nota sin dall’antichità, crocevia delle diverse genti che ne hanno animato la storia, a differenza delle due sorelle essa ha origine vulcaniche, sorgendo su una piattaforma che sprofonda a oltre mille metri sotto il livello del mare.

Linosa - foto di minghe*luciano
Particolare la flora di Linosa, che si differenzia dalle altre vicine: se da un lato abbiamo la flora mediterranea a costellarne il profilo costiero con le sue specie più caratteristiche, dall’altro esistono molte specie endemiche che rendono unica la ricchezza naturale di questi luoghi, come la famosa erba croce.

Mare di Linosa - foto di imagemotti
La fauna sa regalare altrettante attrattive, basti pensare al vero e proprio miracolo di Spiaggia della Pozzolana, uno degli ultimi siti rimasti dove le tartarughe Caretta Caretta vengono a depositare le loro uova. Per questo motivo, è stato eletto Sito d’importanza comunitaria dall’Unione Europea. Inoltre anche Linosa fa parte della Riserva naturale marina protetta Isole Pelagie, istituita nel 2002 per un’estensione di 3230 ettari.

Immersione alle tre dita di Linosa - foto di imagemotti
Agricoltura e pesca muovono l’economia di Linosa, il cui omonimo comune è il più meridionale dell’intera penisola italiana e forma un tutt’uno amministrativo con il comune di Lampedusa, pertinente alla provincia di Agrigento. Le spiagge e le cale che animano gli 11 km di costa di quest’isola lambiscono una terra selvaggia nella quale sono ancora visibili gli antichi crateri. Il più grande, denominato Fossa del Cappellano, sorge al centro di Linosa ed ha un diametro di ben 600 metri, venendo fittamente coltivato dalla gente locale. A coronarlo intervengono tre monti di media altezza: monte Rosso, monte Nero e monte Vulcano.
Dopo Respiro – girato a Lampedusa – e Nuovomondo – tra Ragusa e Scicli – il ritorno di Emanuele Crialese con Terraferma, girato interamente a Linosa, in concorso al prossimo Festival!

Linosa - foto di imagemotti